La costruzione del rifugio Plose

Oltre che nelle benemerite azioni di sostegno alla popolazione in difficoltà, l’Alpenverein si impegnò nell’opera di valorizzazione turistica dell’area della Plose. Si ampliarono e sistemarono i sentieri esistenti ma soprattutto si cominciò a pensare alla costruzione di un rifugio sulla vetta nonché del sentiero di collegamento. Attorno a tale questione il direttivo si divise tra chi, come il presidente Merkel, propendeva per il percorso che da Burgstall sale all’Ackerboden e a Malga Buoi e di lì in vetta e chi, come i consiglieri Goldiner e Peer, sosteneva l’ipotesi di un sentiero che percorresse la valle del rio Trametsch e quindi il Giogo Bello fino alla cima.

Determinante fu l’assemblea del 24 maggio 884 durante la quale il presidente Johann Merkel lasciò la guida del sodalizio al farmacista Ignaz Peer e i soci decisero di autorizzare la costruzione del rifugio. Fu impresa tutt’altro che facile. Per prima cosa si provvide all’acquisto del terreno che apparteneva ad un consorzio di 60 contadini e a raccogliere i primi fondi. Venne anche chiesto (ed ottenuto) il sostegno finanziario della sedecentrale di Monaco. I lavori di costruzione iniziarono nel mese di maggio del 1887 e portati avanti di graulena grazie anche al volontariato di molti soci (trasporto del materiale e lavori di manovalanza). Il rifugio venne inaugurato il 7 novembre con una cerimonia alla quale intervennero 160 persone, delegazioni da Innsbruck, Salisburgo e Lipsia nonché del segretario generale dell’Alpenverein, Emmer. La benedizione fu impartita dal curato di Eores. Intervennnero anche il coro del Mannergesangverein e la banda musicale di Bressanone che esegui una speciale “Plose Marsch”composta per l’occasione.

Il nuovo rifugio era una semplice costruzione in muratura capace di ospitare una ventina di persone; disponeva anche di una cucina e di una  stube. Il costo complessivo dell’opera raggiunse la somma di 12.976 corone. La gestione venne subito affidata a Franz Hofer, già oste a Burgstall (San Leonardo).

Le cose, purtroppo, non andarono granché bene tant’é vero che nel 1895 i visitatori furono soltanto 185. Il rifugio era in perdita, nonostante si fosse provveduto a costruire una piccola stalla con cui integrare il misero reddito dei gestori che cambiarono più volte. Proprio quando la sezione di Bressanone, in gravi difficoltà, stava pensando all’opportunità di cederlo a qualche altra sezione più ricca, ecco intervenire un fatto nuovo e provvidenziale: la costruzione della “Schlüterhütte“ al Passo Poma in Val di Funes. L’apertura del rifugio (1898), gestito dalla potente e ricca sezione di Dresda, richiamò robuste frotte di alpinisti che, allargando il circuito delle loro escursioni, raggiungevano anche il Plose. E così il numero dei visitatori riprese lentamente a salire e le casse della sezione poterono essere rimpinguate. Ovviamente la struttura risultò inadeguata alle accresciute esigenze per cui, nell’assemblea dei soci svoltasi il 25 gennaio 1905, presieduta dal presidente Ignaz Mader, fu deciso l’ampliamento del rifugio.

Poco prima che iniziassero i lavori esso venne visitato dai ladri che provocarono danni per oltre 200 corone e si portarono via il potente cannocchiale.

Con una spesa di circa 14 mila corone il rifugio venne dotato di nuovi locali e moderni servizi, raddoppiandone la capacità ricettiva. Fu inaugurato solennemente il 21 luglio del 1907.

 

(da “Montagne senza confini”, 1994, Fausto Ruggera )